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Voglio parlarvi di Tanto Tantra, il romanzo d’esordio di
Mauro Sandrini. Che poi lui non è un esordiente, visto che il suo primo libro,
L’elogio degli eBook, è stato un bestseller.
È però la prima volta che l’autore si cimenta con la narrativa e, devo
dire, l’esperimento è perfettamente riuscito.
Ho incontrato questa storia a fine dicembre del 2012. Mi è
stato chiesto di curarne l’editing. Dopo aver letto l’incipit ho accettato.
L’incipit è un pugno nello stomaco. Graffia, morde, toglie il fiato. Si
racconta uno stupro nelle prime righe ma, e questa è la sorpresa, non dal punto
di vista dello stupratore. Dal punto di vista della donna. Mi ha colpito la
capacità di Sandrini di “penetrare” un vissuto che appartiene prettamente alla
sfera femminile come solo una donna avrebbe potuto fare. Con una crudezza, un
linguaggio esplicito e una sensibilità tali da fartelo sentire, provare, quel
senso di disgusto, come se lo stessi vivendo. Ma l’autore è un uomo.
La storia si sviluppa nell’arco temporale di poco più di un
mese. Il paesaggio è quello romagnolo, e si sente tutto nella cifra narrativa.
C’è la passione e il disinganno, c’è la semplicità della quotidianità e del
duro lavoro e la dolcezza delle cose della terra, del passato, delle origini.
Il gusto della vita. Vi chiederete: cosa c’entra il Tantra? Il Tantra richiama
la sessualità dei monaci tibetani, quel mito inavvicinabile e misterioso di cui
tanto si parla ma che nessuno sa cos’è. L’eldorado dei sensi, pensano in molti.
C’è il sesso in questo libro, ma non solo. Il sesso è in realtà uno strumento,
il mezzo per raggiungere la dannazione o la salvezza, la chimera inseguita dal
protagonista che lo condurrà, però, per strade diverse, lungo un percorso di
cambiamento profondo e di accettazione.
Nelle mie recensioni non racconto mai il romanzo. Il gusto lo
lascio al lettore. La mia passione è il linguaggio, la capacità di raccontare.
C’è un ritmo serrato nel racconto che ogni tanto si spezza. È quando si apre
alla poesia. Ci sono alcuni brani, come la narrazione sul caffè o quella
sull’Osteria del Gallo, pieni di lirismo. Ci raccontano di luoghi, e volti, e
sapori e sensazioni pregni e familiari, in cui la vita si snocciola senza
inganni, senza paraurti, dove il viaggio della conoscenza è un percorso
difficile ma che va affrontato a un certo punto e la consolazione può essere
nei movimenti sapienti delle mani di una donna che tira la sfoglia o nello
scoprire che il caffè amaro ha una sua dolcezza di fondo.
Ecco. In questo romanzo i protagonisti bevono l’amaro calice
fino in fondo, come il Cristo, ma sopravvivono, loro. Non c’è resurrezione né rinascita, c’è solo
la capacità ritrovata di incontrarsi e accettarsi, e accogliersi per andare
avanti.
E tutto questo è raccontato senza enfasi né strombazzamenti
di paroloni e didascalie. C’è l’uso sapiente dei colpi di scena. Ci sono i
momenti in cui si ride, perché la situazione, la vita, a volte fanno ridere. Ci
sono il dolore e la disperazione. C’è la profondità della riflessione. E poi
c’è la speranza, il sorriso del futuro. Perché il bello viene poi, quando il
viaggio finisce, e ne comincia un altro.
Titolo: Tanto Tantra
Autore: Mauro Sandrini
In uscita il 1 Maggio 2013
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