Al principio è come se qualcuno
avesse preso tutte le tessere del Ruzzle e le avesse gettate alla rinfusa sul
tavolo dicendo: “Vediamo che sai fare!” Le lettere, le parole, sono lì, assieme
a tutti i personaggi che si presentano, si accavallano, e il lettore resta
sbigottito a domandarsi: “Perché non si calmano un po’ tutti? Cos è tutto
questo rumore?” Unica presenza rassicurante è Chiara che, come Virgilio con
Dante, ci guida in un percorso apparentemente a ostacoli, impervio, che via via
si dipana e si rischiara nella narrazione.
Forse però l’errore è tutto qui.
Scambiare “Odore di bimbo – La storia di
Chiara” per la narrazione di un romanzo. Non lo è. Lo definirei piuttosto un “Diario
filosofico” che, attraverso la ricerca di risposte a domande esistenziali, ci
trascina in un percorso formativo che è in continuo divenire.
Non è un libro facile da leggere.
Mi ha ricordato Musil e il suo Giovane Torless. Chiara, la protagonista, si
racconta e ci racconta la sua crescita come persona e come donna, il suo
profondo bisogno di capire e di com-prendersi, il suo rapporto con la vita, con
gli uomini, con la depressione, in un’analisi che, pur rifuggendo più volte il
sostegno psicologico che destruttura l’IO lasciando il vuoto e la solitudine
della ricostruzione senza più le fondamenta, in realtà ne è totalmente permeata.
Che poi è ciò che avviene quando ci si addentra negli approfondimenti
filosofici, che molto hanno di onirico, sfumati, leggeri, a volte insondabili e
forse per questo così affascinanti.
Il libro è strutturato in
racconti. Pare non ci sia una sequenzialità, possono essere letti anche
singolarmente. Ma c’è un filo conduttore, che è Chiara. E il suo mistero. Il
suo rapporto col “bambino che profuma di borotalco”, Federico, suo marito, e la
ricerca negli altri uomini di un odore simile, perché l’uomo bambino è lo
stupore della vita e l’amore incondizionato, e ogni donna/madre lo ricerca e lo
ammira. Ci racconta dell’uomo Narciso, l’uomo Don Abbondio, l’uomo Achille, l’uomo
Ettore, un corollario maschile, a volte ironico e a volte amaro, sempre
comunque capaci di lasciare una traccia di sé, dalla quale trarre insegnamento
per scegliere poi, ogni volta, l’uomo bambino con il suo odore di buono.
E poi le donne. La madre, la
nonna, la zia, la sorella Carlotta, l’amica Anna e Francesca, questa donna
misteriosa incontrata in passato e che Chiara sente il bisogno di ritrovare,
per scoprire, forse, il bandolo di una matassa intricata, che è la sua vita.
Particolare è l’utilizzo dei
tempi verbali, spiazzante direi. Il passaggio dal passato al presente è spesso
repentino, contenuto in uno stesso periodo. Come se Chiara si stesse
raccontando lì, davanti ai nostri occhi, seduta comodamente in una poltrona e
sorseggiando un caffè. Il tempo verbale segue lo scorrere delle immagini, così
come si presentano alla mente, dove ieri, oggi e domani sono racchiusi nel
medesimo istante, confusi in un’unica bolla spazio/temporale.
Sed
Autore: Giovanna Albi
Editore: Robin Edizioni
Pubblicato: 2012
ISBN 978-88-7371-993-9
ISBN 978-88-7371-993-9
€ 14,00
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