Ci ho pensato a lungo a questa
recensione. A lungo perché questo libro andava digerito bene, e non perché
indigesto, al contrario. Piuttosto per evitare gli effetti dei postumi da
sbronza di un buon vino con il quale si è un po’ esagerato, per gusto, per piacere,
per euforia.
A distanza di tempo quindi posso
dire che Cognetti ci ha regalato un piccolo gioiello. Mi hanno chiesto di “descrivere”
Sofia e io l’ho fatto, e le riprendo qui quelle parole: Sofia, Sofia. Ti guardavo in treno in ogni volto di ragazza al ritorno
da scuola, o dall'università, o da quell'incontro decisivo o meno per un futuro
possibile, probabile, auspicabile. Ti guardavo in quegli occhi e cercavo anche
me, con le mie contraddizioni di donna adulta e consapevole ma ancora
irrequieta, vogliosa di inseguire un sogno qualunque perché questa realtà a
volte è così oscura. Ti ho presa per mano, come una figlia, ti ho amata e ti ho
anche detestata. Io non ti trovo ostile. Devi solo trovarti ancora. Magari su
quel treno dove hai viaggiato ogni giorno con me. Ti ci porterò ancora...
Perché è questo che fa Sofia:
avvicina e allontana. Avvicina noi che, come madri, vorremmo darle quell’accoglienza
che tanto le è negata, e allontana noi che, come donne, abbiamo fatto del
nostro bagaglio personale la nostra ricchezza creativa. Ma queste sono riflessioni
pseudo filosofiche. La realtà è che Cognetti ha disegnato questa figura
tormentata con sensibilità e accuratezza, utilizzando un linguaggio denso,
senza parole superflue, inutili panegirici, descrizioni infinite. Ma le parole
sono tante, e pesano, lasciano un segno forte e deciso. Non ci si può sbagliare
nell'interpretazione. E' così, e basta. Niente punti di sospensione.
Questo è un libro che si può
leggere anche in ordine sparso. I capitoli non sono capitoli, ma singoli
racconti, o episodi, in cui cambia il narratore che, di volta in volta, sale
sul proscenio e ci racconta un pezzo di storia. Ma la protagonista è sempre lei
Sofia, che fa da cordone ombelicale. La differenza che trovo con le altre
raccolte di racconti che pure ci sono, eccome, in letteratura (Carver,
Poe,Parise, Buzzati, giusto per citarne alcuni), è proprio in questo: non è il
tema che lo contraddistingue, ma il soggetto. Ecco perché alla fine è
praticamente un romanzo. Riesco a intravvedere la sperimentazione stilistica
fatta dalla Egan de Il tempo è un bastardo (sempre edito da Minimumfax), dove però i diversi narratori raccontano il loro punto
di vista di uno stesso accadimento. Qui gli accadimenti si susseguono, il tempo
narrativo passa e quindi cambia. Voglio correre il rischio di sembrare macabra
ma la sensazione che si ha nel leggere è di trovarsi in uno di quei funerali
americani, dove uno alla volta i parenti, gli amici, i conoscenti, salgono sul
pulpito e raccontano qualcosa del defunto che solo loro conoscono, quel pezzo
di strada che hanno fatto insieme, quell’aneddoto, che per un po’ di tempo li
ha uniti. E man mano che i ricordi dei singoli si susseguono il ritratto di chi
non c’è più prende forma, nelle coincidenze e nelle divergenze, dando vita a un
inedito. Che celebrazione! Cognetti ha celebrato con Sofia tante donne, tutte racchiuse
in un unico inedito soggetto. Che si veste di nero perché la vita a colori la
spaventa.
Questo è un libro in cui ci sono
tre luoghi fondamentali, che poi rappresentano tre tappe importanti nella vita
di Sofia: Lagobello, Roma e NewYork. Ma tutto torna a Lagobello. E' come se
Sofia si ritagliasse un pezzo di quel posto in qualunque luogo si trovi.
Lagobello le ha dato l'imprinting, con l'isola dei pirati e Oscar, l’amico
quasi fratello della sua infanzia, e tutto deve tornare lì, a quei momenti in
cui lei ha cominciato a costruirsi la sua identità. Cognetti ci racconta angoli
di mondo. Come vederli in soggettiva. Quando racconta Roma non si ha la
sensazione della grande città quale è, non ci si sente fagocitati da grandi
spazi. Tutto è circoscritto, a misura di Sofia. E lo stesso con New York.
Spazi, angoli, che possono contenere una sola storia protagonista ma con tutte
le vie di fuga affinché ci entrino gli altri, i comprimari.
Persone, luoghi, tempo. Questi
sono ingredienti importanti per uno scrittore, a volte non serve altro per
scrivere un buon libro. Sofia si veste sempre di nero di
ingredienti ne ha qualcuno in più.
Autore: Paolo Cognetti
Editore: Minimumfax
Pubblicazione: settembre 2012
ISBN: 978-88-7521-440-1
Prezzo: € 14,00
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