Quando la narrazione viene
annunciata da “Ode al cane” di Pablo Neruda ha tutta la mia attenzione e la mia
stima. Ma non lasciamoci fuorviare. Non è una storia di naturalisti, attivisti
social-animalisti, popolar-populisti anti qualcosa. No. Questa è una storia di
adolescenti, raccontata così bene che pare sia un adolescente con gran talento
a scriverla. E forse Luca Gallo l’adolescente che è in lui non l’ha mai perso.
Trasformato magari, per saperlo meglio leggere negli occhi di chi incontra, ma
non perso.
Come ho avuto modo di dire nel
salotto di Tempoxme, “Prossima fermata Trambusto” è un libro in cui l'educazione e la speranza
per la costruzione di un futuro, il recupero di radici forti (il baobab citato
alla fine) che non possano essere sradicate da folate di vento, sono la base di
tutto. E considerando che questo ruolo, quello di educare, preparare i giovani
ad affrontare la vita, dovrebbe essere dei genitori in primis, certo qui gli
adulti non ne escono bene. Si delega sempre a qualcun altro (l’architetto
Scarpitta ideatore di Trambusto, che è estraneo; lo zio di Tarek che non ha
scelta perché il ragazzo resta orfano), forse perché la nuova generazione di
adulti di oggi ha paura della responsabilità di allevare la prossima. Un
estraneo in fondo può sempre mantenere quel distacco emotivo che serve per
prendere decisioni anche scomode, a volte.
Trambusto è un progetto di
recupero di adolescenti con qualche problemino con la giustizia, roba lieve,
per cui il carcere è davvero troppo. E in questo luogo, un villaggio di autobus
abbandonati e recuperati, si ritrovano giovani le cui vite si sono già incrociate
in qualche modo nel prima, e che qui, nel durante e nel poi, si cementano.
Sullo sfondo, ma neanche poi tanto, una Torino in cui tutti coesistono, mondi
satelliti che, in qualche modo, si incontrano. Gli emigranti di ogni sud ci
sono tutti, perché Torino ha mille volti, quelli di chi la abita e la vive e la
rende un po' a sua misura, eppure resta distaccata. Forse Trambusto è un po' la
sua rappresentazione, un'isola nell'isola cittadina, in cui finalmente le
diverse realtà sono obbligate a incontrarsi davvero.
E così avviene per Tarek, Lama e
Chioma: diversità che si incrociano e che sviluppano un nuovo senso di
solidarietà, quella spinta che si chiama coraggio di vivere e che li porterà in
quella direzione inevitabile che si chiama futuro. Per fortuna.
Luca Gallo è uno scrittore ma è
anche un insegnante(e qui mi verrebbe da dire che ogni scrittore è anche un insegnante,
sempre), e quello che si nota, davvero molto bene nel romanzo, è l’educatore
che c’è dietro, che non sale in cattedra, mai, ma che sta accanto, parlando la
stessa lingua degli allievi per capire e farsi capire, che ne assorbe gli umori
e le passioni per aiutare a trasformarli in opportunità. Luca Gallo lo scrive
così questo suo libro, con uno straordinario linguaggio “vicino” al lettore e alla
storia. E con tutta l’energia, pulita, fluida, luminosa di chi la passione ce l’ha
dentro.
Autore: Luca Gallo
Editore: Intermezzi
Pubblicato: 2012
Pagine: 280
ISBN: 978-88-97440-13-0
Prezzo: € 14,90
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