giovedì 22 marzo 2012

Ediwritercoop: un'idea che potrebbe funzionare

Troviamo 9 scrittori (il minimo per la costituzione di una cooperativa, e il primo sono io), che abbiano almeno un libro da pubblicare e che non abbiano ancora trovato una casa editrice. Ognuno è libero di scegliere la propria veste grafica, la copertina, l'impaginazione perché l'opera sarà trattata come un self-publishing; unico vincolo sarà il logo (ovvio) e la linea decisa per statuto. Qui non si tratta di mettersi insieme per scrivere un libro e pubblicarlo, ma si tratta di formare una sorta di gruppo d'acquisto/vendita che abbia un unico interesse in comune: che il libro sia diffuso e letto. Insieme si valuteranno preventivi di tipografie per strappare il prezzo migliore e, si sa, quante più copie si stampano tanto più bassi sono i costi. Ognuno contatterà le librerie che conosce, quelle di quartiere, quelle indipendenti: mettere dei corner con i libri in conto vendita NON COSTA NULLA. Insieme si farà operazione di marketing sul web e i social network. Il comune denominatore di questa operazione sarà il basso costo. Saltando uno o più passaggi il prezzo di copertina di un libro stampato può essere più basso anche del 30/40% e, in certi casi, del 60% (se si tolgono fascette e ammennicoli vari...). Un lettore potrà acquistare due libri anziché uno, e vuoi mettere?... I plus sul ricavato, detratti costi e diritti, saranno necessariamente reinvestiti in altre pubblicazioni e operazioni di marketing, sempre finalizzate alla diffusione delle opere dei soci, che potranno aumentare, anzi, ben vengano. La Ediwritercoop potrà partecipare a fiere con stand per la vendita diretta e aprire dei punta vendita, per esempio, in temporary shop. A questo punto c'è bisogno solo di due cose: chi aderisce? COME CI CHIAMIAMO? N.B. L'unica realtà del genere di cui sono a conoscenza si trova in Svizzera, ma non è proprio la stessa cosa.
Sed

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